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Supplemento n. 17 alla Rivista Edilizia Urbanistica                 del 30/06/2023
L'occupazione di suolo pubblico
IN QUESTO NUMERO
Le caratteristiche dell’occupazione di suolo pubblico
L'APPROFONDIMENTO

Come evidenziato dalla giurisprudenza, i presupposti per la concessione di occupazione di suolo pubblico “sono, da un lato, l'appartenenza del fondo, del tratto stradale o, comunque, urbano, a un ente pubblico (bene demaniale o patrimoniale indisponibile); dall'altro, la conformità dell'atto di concessione all'interesse pubblico generale, volta a giustificare, per l'appunto, la sottrazione dello spazio pubblico all'uso collettivo. L’occupazione di una porzione di suolo pubblico si configura, quindi, alla stregua di un provvedimento con il quale l'amministrazione locale sottrae il predetto bene alla fruizione comune e lo mette a disposizione di soggetti particolari (c.d. uso particolare), al fine di perseguire il bene pubblico in via primaria o comprimaria unitamente alla tutela degli interessi privati coinvolti.

Nello stabilire limiti e modalità di utilizzo dell’occupazione di suolo pubblico, l’Ente locale esercita, pertanto, il proprio potere discrezionale (anche laddove mitigato dall’esistenza di un apposito regolamento) che si sottrae al sindacato del giudice amministrativo ove immune da sintomi di manifesta illogicità o irragionevolezza; la discrezionalità non può, comunque, sfociare nell’arbitrio.

Provvedimento di autorizzazione o diniego all’occupazione di suolo pubblico è legato al bilanciamento degli interessi pubblici e privati
La giurisprudenza commentata

La recente sent. 12 giugno 2023, n. 1457, del TAR Lombardia, Milano, sez. I, conferma il consolidato orientamento secondo cui la decisione sulla richiesta di occupazione di suolo pubblico ha natura ampiamente discrezionale, frutto del bilanciamento dei diversi interessi in gioco.

Nel caso specifico, una società titolare di un esercizio commerciale di ristorazione aveva chiesto ed ottenuto, nel 2007, l’autorizzazione all’occupazione permanete del suolo pubblico per una superficie di mq 36,87 per la posa di tavoli e sedie al servizio dell’esercizio; successivamente, otteneva una seconda autorizzazione per l’occupazione di mq 81 di suolo, per la medesima finalità.

A seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, nel 2020 il Comune rilasciava l’autorizzazione provvisoria (con cessazione a partire dal 1° aprile 2022) per l’occupazione di suolo pubblico per un’ulteriore superficie di mq 13,50 antistante un condominio costruito in aderenza e, quindi, in continuità all’edificio dove è svolta l’attività di ristorazione da parte della società.

Procedura di revocazione dell’occupazione del suolo pubblico
FAQ
Negli anni passati è stato rilasciata un’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico ad un operatore commerciale, a seguito del rilascio del nulla osta dell’ente religioso proprietario dei locali prospicienti e titolare del c.d. diritto di affaccio.

Nei giorni scorsi l’ente religioso ha comunicato la propria volontà di revocare detto nulla osta.

Si chiede se sia corretto procedere alla revoca dell’occupazione del suolo pubblico, motivando sulla base di tale circostanza sopravvenuta.

La risposta al quesito è positiva, come affermato dal Consiglio di Stato, sez. VII, nella sent. 15 luglio 2022, n. 6059.
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